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GIORNATA DEDICATA AI MIGRANTI - CULTURE A CONFRONTO 2025

 

Mistretta 8 agosto 2025

In occasione del Giubileo 2025, dedicato ai migranti, e la festa della Madonna dei Miracoli, è stato celebrato  il valore, la dignità e la forza di chi ha scelto di lasciare la propria terra per cercare un futuro migliore.

Una serata voluta fortemente da Mons. Michele Giordano che, negli ultimi anni, ha voluto dedicare uno spazio ai migranti dimostrando affetto, sana accoglienza e la  capacità di comprendere le  situazioni emotive che i migranti vivono. 

E’ proprio vero che ogni emigrato porta con sé lingue diverse, tradizioni uniche, esperienze che arricchiscono il nostro tessuto sociale. Inoltre, sono missionari di speranza (come ha detto Papa Leone), testimoni di una fede che cammina. “Ero straniero e mi avete accolto”(Matteo (25,35) non è solo una frase, è un mandato evangelico.

Durante lo spettacolo, il gruppo “Gli amici dei migranti” hanno voluto dire grazie ai migranti per il contributo che hanno dato e che danno ogni giorno alla comunità amastratina: nel lavoro, nella cultura, nella scuola, nella vita quotidiana. “Pertanto - ha affermato il Prof. Lucio Vranca - nessuno ha il diritto di giudicare per il colore della pelle, per l’accento, per il luogo di nascita”.

All’inizio dello spettacolo serale, in considerazione dei fatti drammatici delle guerre in atto, Lucio Vranca ha letto una poesia dal titolo “Guerra, atroce realtà”. Un testo forte, commovente al quale è seguito un minuto di silenzio. Subito dopo Mons. Michele Giordano ha invitato i presenti a pregare per la pace .

La cronaca

La serata, condotta egregiamente dal Dr. Giuseppe Cuva giornalista di TM, all’insegna della sobrietà e dell’assoluta semplicità, è stata strutturata in modo agevole e riproducibile. La proiezione di qualche filmato ha avuto lo scopo di far cantare l’inno degli Stati di appartenenza dei migranti presenti. L’inno argentino ha avuto seguito per la presenza di elementi che svolgono attività nella nostra città, mentre “Mistretta vecchia bedda”(di Lucio Vranca) diventato l’inno amastratino, è stato cantato dall’intera platea provocando nell’autore una certa emozione.

Le suore “collegine” della Sacra Famiglia provenienti dalla Tanzania, hanno cantato dei versi dedicati alla Madonna e coreografato un balletto accompagnato dal solo ritmo del bongo.

Non poteva mancare l’intervento storico del Prof. Franco Cuva. “La storia dei nostri emigrati  si fonde con quella attuale che affolla la nostra terra”. Ecco che l'accoglienza diventa magia, affetto e sorriso, cose queste, che ci fanno sentire grandi quanto il nostro cuore che accoglie e sorride.  

Il filmato che è seguito, dal titolo “Oh! Marunnuzza, mu fai nfauri?”(di L. Vranca), è stato proiettato ai presenti sotto forma di una preghiera dedicata alla Madonna dei Miracoli affinché proteggesse i migranti che hanno dovuto lasciare la propria terra e i propri affetti.

"A-ttia luntanu", una canzone dedicata a tutti gli emigranti, che ho scritto nel 1994 per il gruppo "Amastra", ancora oggi, grazie alla splendida voce di Francesca Perez, suscita una forte reaziona emotiva.

Durante la serata, la musica, che abbraccia tutti i linguaggi del mondo ed emana a tutti i popoli stupore e meraviglia, ha trionfato grazie ad un brano della Turandot di Giacomo Puccini eseguito dal giovane Andrea Pioggia (figlio di emigrati) con il flauto traverso. Al giovane promettente, alla fine, è stato tributato un significativo applauso che ha avuto il sapore di un abbraccio.

E’ seguita la lettura di una poesia dedicata agli emigranti da parte di Lorenzo Caruso che, simpaticamente, stuzzicato dal conduttore, ha informato i presenti sulle previsioni del tempo. E poi? Emozioni su emozioni, brividi di benevolenza accesi durante la proiezione di un filmato: una preghiera chiesta al nostro Santo Patrone San Sebastiano per accogliere e proteggere chi viene da lontano allo scopo di assistere all’emozionante momento processionale. Il filmato, da me prodotto, ha provocato una forte emozione e un certo batticuore che, personalmente ho avvertito.

A volte si sentono raccontare fatti di maltrattamenti e sfruttamenti che alcuni immigrati subiscono. A questo scopo il sottoscritto ha recitato una poesia dal titolo “Emigrante” che ha sottolineato l’aspetto negativo della difficile integrazione.

Durante il corso della serata non poteva mancare la musica e il ballo. Silvina Figueroa, di origine argentina, con eleganza, bellezza e semplicità, ha offerto alla platea una prima danza, una forma d’arte che le sue ragazze, che io ho definito “Farfalline”, hanno eseguito con leggerezza ed espresso parte del patrimonio tradizionale della terra argentina. Dunque, quando la musica, i colori e la danza diventano armonia coinvolgente, allora è il cuore che parla per arrivare all'emozione. Nella seconda danza, con la mimica e le movenze espressione di grazia, Silvina ha fatto conoscere l’aspetto folklorico argentino che racchiude musica, canti, leggende, costumi e tradizioni popolari. 

Alla conclusione della serata, è stato proposto un ballo d’insieme allo scopo di unire le culture e i sorrisi in una festosa serata che difficilmente dimenticheremo. I protagonisti di questo momento sono stati: Lorenzo Caruso, Totò Cuva, Michele Accidente, Pippo Dolcemaschio, Pippo Porrazzo, Antonio Labbate e Lucio Vranca.

La serata si è conclusa con l’intervento di Mons. Michele Giordano che ha manifestato gioia e  riconoscimento per una serata riuscita, bene organizzata dal sapore amichevole e di benevolenza a favore degli immigrati che operano nella nostra bella città: Mistretta.  

Voglio, infine, sottolineare e ringraziare l’amico Prof. Pippo Dolcemaschio perché senza la sua presenza nulla si potava fare. Ha mantenuto vivi tutti i contatti con i partecipanti che hanno arricchito la serata, è stato, come ha detto Padre Giordano, il “factotum” dell’iniziativa. Da aggiungere il sostegno materiale e morale di Michele Accidente ed, infine, tutti i musicisti già citati. Grazie al conduttore Giuseppe Cuva, al Regista Emanuele Castorina, a Luca Melandrino e all’operatore di ripresa Vincenzino La Rosa.

“Senza il rapporto forte dell’amicizia, ogni uomo rimane debole” (L.V.).

“L’amicizia è la strada da percorrere per la pace” (Papa Leone)

Lucio Vranca

                                                                                   

 

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