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L'ARTIGIANO-ARTISTA FRANCESCO RIBAUDO

DI MISTRETTA

- L'INTERVISTA -                                                          - LE OPERE -

Francesco Ribaudo

Omaggio alle fontane in pietra

Uno dei primi materiali che l'uomo ha imparato a lavorare è il legno. All'alba della civiltà acquisì la capacità di costruirsi gli strumenti di lavoro, le armi per difendersi e quant'altro ha ritenuto utile per la pratica del nomadismo dei gruppi etnici: nascono, così, le prime falegnamerie.

Oggi l'arte della lavorazione del legno ha ceduto il passo alla concorrenza industriale che, con prepotenza, ha cancellato le botteghe artigiane e "umiliato" i fantasiosi falegnami che hanno avuto la capacità di costruire straordinari manufatti che sono la testimonianza di un passato che ancora oggi lotta contro il tempo.

I solai, le capriate, i portoni del no­stro centro storico sono una chiara testimonianza di un tempo ormai lontano che non conosceva il cemento ed il ferro; l'arredo interno delle case an­tiche guarniva gli ambienti di manu­fatti in legno per i quali le persone anziane, ancora oggi, manifestano sentimenti di gelosia; i palazzi rinascimentali e le chiese conservano sculture in legno (cornici, poltro­ne, cori e simili) di straordinaria fattura.

Ma con quali tecniche il falegname locale riusciva a preparare il legna­me per realizzare i manufatti richie­sti dalla clientela?

Curioso di conoscere un mondo cancellato dall'evoluzione», dalla lenta trasformazione dell'arte del costrui­re che ha provocato l'abbandono di molte piccole attività e quindi l'emi­grazione verso le aree industrializzate costringendo gli artigiani ad atti­vità parcellizzate e ripetitive, prive di ogni progettualità; curioso di capire per un logico confronto con il presen­te; curioso di scrutare nell’«io» di una persona che ha subito detta trasformazione, ho lasciato raccontare, ad un autorevole protagonista dell'artigianato amastratino, nella semplicità e genuinità, tutte le fasi di lavorazione del legno che gli artigiani falegnami del passato praticavano.

Il legno, espressione di un passato vittima del progresso

Francesco Ribaudo,elemento rappresentativo dell'artigianato locale, con enfasi e veemenza e con un pizzico di nostalgia biasimando le tecnologie dei nostri tempi, stimolato, racconta le fasi di lavorazione del legno facendo riferimento a strumenti, ormai da museo, usati dagli antichi falegnami amastratini.

"Era abitudine tagliare l'albero nel mese di febbraio" (mese in cui la pianta non è in vegetazione^).... "Il legname, così, non era soggetto all'attacco dei tarli" ("tormento e pena che pareva rodere l'animo"). ”Nun si tagghia u lignu quannu fa caviru" sottolinea Ribaudo. 

Dopo l'abbattimento della pianta, che veniva fatto "cu truppiddaturi”1 il tronco veniva sramato, "Cadduzziato"2 e portato "nto scariu”3.

 Di seguito sfaccettato con l'accetta e segnato "cu muccuni"4 il tronco veniva tagliato, in senso longitudinale, da una speciale sega chiamata "traianedda"5 per ricavarne i tavoloni che successivamente venivano accatastati per la lunga stagionatura. L'essiccazione veniva fatta disponendo il legname su piani sovrapposti e separati, così da lasciare circolare l'aria.

Per meglio comprendere il significato e l'importanza "ra traianedda" è quanto mai opportuno scrivere integralmente un piccolo verso che "U zzu Cicciu" Ribaubo ha scritto traendo l'ispirazione dal funzionamento dello strumento.

 

"A traianedda"

Dui cci vulianu

Pi maniari a mia,

unu m'acchianava

e l'autru mi scinnìa,

u truncu lu facia

fedda a fedda.

Lu me nnuomu è

Traianedda.

 

Francesco Ribaudo ha cominciato la sua carriera a Mistretta, dove è nato, "iennu o mastru" dai falegnami Cannata e Marchese. Successivamen­te, emigrato a Roma, si è perfezionato frequentando una "bottega artigiana"che lo ha arricchito di esperienza e sicurezza.

Due ingredienti, questi, che gli hanno stimolato la voglia di ricominciare nel paese natio. L'esperienza e la fantasia sono stati gli elementi essenziali che hanno portato l'artista-artigiano alla realizzazione di innumerevoli manufatti e piccole opere fantasiose, spesso improvvisate dal significato sorprendente, che hanno fatto da preludio alle vere opere in legno. L'inventiva lascia, dunque, il posto al realismo che, grazie all'esperienza pratica, ci consente di vedere delle rappresentazioni obiettive della realtà amastratina: le fontane architettoniche e monumentali.

La materia prima che l'artigiano Ribaudo usa è il legno di ulivo. I rami e gli scarti della potatura vengono riciclati, dopo un periodo di essiccazione, per diventare oggetti da ammirare anziché brace o altro derivato inutile.

Il duro legno d'ulivo, che non si presta alla lavorazione tradizionale per la costruzione di classici manufatti, "è un caro alleato della mia fantasia" dice Ribaudo, proprio perché le straordinarie venature, che disegnano fantastiche geometrie naturali, stuzzicano la capacità creativa e alimentano la passione innata dell'autore. Sembra animarsi un "dialogo" tra la possibile bellezza che il legno grezzo offre e l'artista che vuole scoprire in esso l'immagine latente che desidera manifestarsi per farsi conoscere ed offrirsi allo sguardo esperto o all'attenzione di chi ha gusto. 

Le fontane in legno, proporzionate alle originali in pietra, realizzate in scala grazie alla spiccata capacità di fissare l'immagine nella propria memoria, all'esperienza e a qualche fotografia, sono un omaggio alla storia, un segno di riconoscimento, una prova d'attenzione e di rispetto: un'esatta riproduzione di beni comuni che nella loro storicità sono destinati a perdurare nel tempo.

Francesco Ribaudo ha voluto realizzare dei "monumenti" ai monumenti. Gli esemplari, costruiti con un lavoro da certosino, denotano una precisione negli intarsi che non solo rispettano le geometrie naturali delle venature, ma esaltano ed impreziosiscono l'effetto decorativo del legno che si manifesta in tutta la sua bellezza.

Ribaudo riesce, così, a concretizzare le proprie aspirazioni che consistono nel fervente desiderio di tenere vivo un passato artigianale agonizzante e nel contribuire ad arricchire il patrimonio artistico del paese natio fissando se stesso come umile artista senza altre velleità.

Le opere di Ribaudo non sono rappresentate solo dalle fontane in legno d'ulivo. Bisogna aggiungerne tante altre anch'esse importanti che hanno solo significato diverso. Una sola cosa li accomuna, l'originalità e la bellezza.

Qualche opera viene arricchita, dall'autore, da un'indicazione didascalica, in versi semplici e originali, pirografata su legno d'ulivo.

Nell'artista-artigiano Francesco Ribaudo rimane, però, il desiderio di esporre permanentemente i lavori in locali idonei per permettere ai turisti, ai nostri emigrati e alle scolaresche di apprezzare, sia nel periodo invernale che estivo, esempi concreti di artigianato locale che sottolineano il legame particolarmente stretto con la realtà ambientale.

Questi "esempi", purtroppo, se non sostenuti ed incoraggiati, rischiano di essere raccontati come avvenimenti di storia remota non riconosciuta. Per questo, affinchè quest'attività non decada e abbia continuità, è necessario riconoscerla "oggi" per averla "domani" perché degna di essere ricordata dai lontani discendenti di epoche future.

Lucio Vranca  

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1) "Truppiddaturi"- Attrezzo, usato da due persone, soppiantato dalla motosega

2) "Cadduziatu"- Tronco d'albero fatto a pozzetti

3) "Scuriu" - Piccola impalcatura dove veniva appoggiato il tronco per le opera­zioni successive

4) "Muccuni" - Cordicella utilizzata per segnare il tronco prima del taglio longitudinale

5) "Traianedda " - Strumento usato antica­mente per tagliare il tronco in senso longitudinale. Da questa operazione si ricavavano le tavole, le travi o altri formati commerciali.

 

LE OPERE PIU' SIGNIFICATIVE

Bibliografia sulle fontane storiche: "Il Centro Storico" (Associazione "Progetto Mistretta")

I lavori dell'artigiano Francesco Ribaudo

Tel.0921383826

    Gli ultimi lavori di Francesco Ribaudo Le opere "Du zzu Cicciu" artigiano- artista amastratino